I finalisti del Deutscher Sachbuchpreis 2022
Dallo scorso anno, la fondazione Buchkultur und Leseförderung assegna il Deutscher Sachbuchpreis al miglior libro di saggistica, quello che più di tutti aiuti i lettori ad ampliare i propri orizzonti e stimolare un dibattito vivace.
Il vincitore del Deutscher Sachbuchpreis sarà reso noto il 30 maggio e riceverà EUR 25.000, mentre gli altri sette finalisti EUR 2.500 - il premio è sovvenzionato dalla fondazione Deutsche Bank e ha il patrocinio dell'Humboldt Forum.
Siamo liete di vedere cinque titoli B&G tra i finalisti! Ve li presentiamo di seguito, e siamo a disposizione in caso vogliate ricevere materiale:
Alice Bota, Die Frauen von Belarus (Berlin Verlag)
La giornalista polacca naturalizzata tedesca indaga le proteste contro Lukaschenko portate avanti da Swetlana Tichanowskaja, Maria Kolesnikowa e Veronika Zepkalo, tutte e tre in esilio o imprigionate per le loro azioni. Al loro fianco, Bota racconta anche delle centinaia di donne, femministe, casalinghe, lavoratrici e studentesse, unite contro la dittatura. Quale è stata la reazione dell’Occidente a queste proteste?
Stefan Creuzberger, Das deutsch-russische Jahrhundert (Rowohlt Verlag)
Creuzberg racconta nel suo nuovo saggio la storia del complicato legame tra la Russia e la Germania dell’ultimo secolo, un periodo storico caratterizzato da una drammatica cesura, da rapporti di tensione e da cambiamenti epocali…
Samira El Ouassil & Friedemann Karig, Erzählende Affen (Ullstein Verlag)
Gli autori ripercorrono l’immenso potere che la narrazione detiene in ogni sua forma, a partire dall’Antichità fino ai giorni nostri concentrandosi sulle teorie classiche della narrazione, sulle ricerche antropologiche e su di una nuova narrazione che ci sproni al cambiamento nei confronti del mondo che abitiamo e delle persone che ci circondano.
Ludwig Huber, Das rationale Tier (Suhrkamp Verlag)
Se gli animali possano essere delle creature razionali e consapevoli è una delle domande più interessanti e dibattute nell’ambito della biologia e della psicologia comparata. Il biologo cognitivo Huber si confronta nel suo nuovo saggio con le ricerche ed i risultati raggiunti finora rispetto a questo intrigante quesito.
Natan Sznaider, Fluchtpunkte der Erinnerung (Carl Hanser Verlag)
La domanda posta da Natan Sznaider è tanto essenziale quanto scomoda: come mai l’approccio nei confronti delle vittime del Colonialismo è diverso rispetto a quello nei confronti delle vittime dell’Olocausto? Vi è una differenza tra razzismo e antisemitismo? Sarà possibile commemorare entrambi senza relativizzare la Storia?