Deutscher Buchpreis 2018: annunciata la shortlist
La giuria ha annunciato oggi la rosa dei sei finalisti per il Deutscher Buchpreis. Secondo i giurati, il leitmotiv che accomuna i finalisti è la realtà indagata attraverso tracce del passato, e descritta con eleganza laconica o precisione dolceamara, passo epico o impeto e vitalità. 'The past is not dead, it is not even past', per dirla con le parole di Faulkner (dalla motivazione della giuria). Il lettore non riceve risposte da questi viaggi nel tempo e nello spazio, e ciò rende ancora più affascinante questo mondo narrativo che ritorna sempre ad agganciarsi alla realtà contemporanea.
Con piacere vi presentiamo i titoli rappresentati da Berla & Griffini in Italia. Per vedere la scheda in inglese vi basterà cliccare sul titolo, qui trovate la longlist.
María Cecilia Barbetta, Nachtleuchten (S. Fischer, agosto 2018). Diritti già venduti a Keller Editore.
Nel suo ultimo romanzo, María Cecilia Barbetta racconta l’atmosfera spettrale alla vigilia di un rovesciamento politico. Arrivati da tutto il mondo, hanno ricostruito le proprie esistenze a Buenos Aires, combattono per un futuro migliore, per un nuovo inizio, per la rivoluzione. Chi sono? Sono Teresa con le sue compagne della scuola cattolica femminile, è Celio il parrucchiere, è il meccanico dell’officina “Autopia”. Sullo sfondo, un paese lacerato da tensioni politiche, violenza e superstizioni. María Cecilia Barbetta, argentina di nascita, racconta con naturalezza la poesia del quotidiano e l’amore della vita nei tempi della rivoluzione.
Maxim Biller, Sechs Koffer (Kiepenheuer & Witsch, settembre 2018). Una toccante saga familiare e al contempo un virtuoso giallo letterario di grande attualità politica. In ogni famiglia ci sono voci e segreti che si tramandano di generazione in generazione. A volte si tratta di vita o di morte: è il caso della storia che ci racconta Maxim Biller, una storia i cui tentacoli maligni si allungano fino al presente. Il romanzo racconta da sei prospettive diverse una denuncia. La vittima: il nonno del narratore, giustiziato nel 1960 in URSS. I sospettati: la sua stessa famiglia. Ed è così che a Sechs Koffer (sei valigie, le sei prospettive della narrazione) riesce ciò che il romanzo tedesco contemporaneo sta da tempo cercando: un racconto sui tempi sovietici, sugli amori avvelenati, sul dopoguerra e al contempo un racconto del qui ed ora, del nostro mondo dove lo sradicamento è una condizione umana fin troppo comune. I tratti sono quelli caratteristici dell’autore: grande sapere stilistico, elegante arguzia e un enorme amore per le proprie figure.
Inger-Maria Mahlke, Archipel (Rowohlt, agosto 2018). Un romanzo familiare dalla periferia del continente, Tenerife, l’isola dell’eterna primavera. Durante la guerra civile, Julio, 90 anni, il nonno di Rosa, era un corriere e fu arrestato dai fascisti: dopo la sua fuga fece ritorno a Tenerife, e lì è il custode dell’ultima casa di riposo dell’isola, La Laguna. Inger-Maria Mahlke, l’infanzia trascorsa alle Canarie, ripercorre in Archipel l’ultimo secolo di storia, pieno di aspettative e piccole vittorie, sconvolgimenti e smottamenti. È il secolo di Julio, è il secolo dei Baute e dei Bernadotte, dei Wiese, Moore e Gonzàlez – cognomi da tutta Europa. Ma a Tenerife troviamo anche chi un nome non ce l’ha e viene lentamente assorbito nella storia collettiva. Le recensioni sono concordi nell’omaggiare la grande arte del raccontare di questa autrice.
Stephan Thome, Gott der Barbaren (Suhrkamp, settembre 2018). Cina, siamo a metà del XIX secolo. Una scia di sommosse cristiane scuote l’impero. Un giovane missionario tedesco arriva con il suo bagaglio di idealismo a Nanchino per farsi un’idea delle rivolte, ed è così che si imbatte nel fronte di una guerra che potrebbe fargli perdere tutto ciò che per lui è importante. Nei punti di svolta del conflitto (Hongkong, Shanghai, Pechino) si ritrovano gruppi di personalità affascinanti e lacerate: tra queste un ambasciatore speciale britannico e uno studioso cinese (chiamato a servire i signori della guerra) che arriverà con la sua potenza a spaventare persino l’imperatore. Nel suo ultimo romanzo, Stephan Thome racconta gli antefatti del nostro presente scosso da conflitti e guerre. Guidati da un fanatico neofita cristiano che si crede figlio di Dio, i ribelli riescono a fondare in Cina uno stato teocratico che ricorda paurosamente da vicino i movimenti terroristici dei giorni nostri. Insomma, un grande romanzo sul fanatismo religioso e sulla perdita di punti di orientamento in un mondo, ora come allora, pervaso da cambiamenti epocali.
Ricordiamo che il vincitore sarà annunciato in occasione della Fiera di Francoforte, l’8 ottobre.