Shortlist del Preis der Leipziger Buchmesse 2019
E’ stata appena pubblicata la rosa dei finalisti per il Preis der Leipziger Buchmesse 2019, importante riconoscimento per il mercato editoriale in Germania e dotato con 60.000 euro. Il premio verrà assegnato il 21 marzo durante la fiera di Lipsia, quindi abbiamo tempo per conoscere più da vicino i libri entrati nella shortlist.
Vi presentiamo qui i 4 titoli della categoria fiction gestiti da noi:
Kenah Cusanit, Babel (Hanser)
Un archeologo tedesco e un compito biblico: riportare alla luce Babilonia, nei pressi di Baghdad, nel 1913, per conto della Società Orientale Tedesca. Ciò che spinge Robert Koldewey a documentare i resti di quella antica civiltà aprirà una crepa tra Oriente e Occidente, che continua a scuotere il mondo fino ai nostri giorni. Sotto gli occhi del lettore e tra mille peripezie legate a contingenze umane e socio-politiche, pietra per pietra riemergono i tesori della civiltà mesopotamica, fondamento dell’Occidente. Con il suo esordio, Kenah Cusanit non solo riporta in vita la storia passata, ma ci mette faccia a faccia con le questioni e i dibattiti attuali sulla depredazione artistica per mano delle potenze coloniali.
Matthias Nawrat, Der traurige Gast (Rowohlt)
In una tesissima atmosfera in seguito all’attacco terroristico al mercatino di Natale di Berlino del 2016, un uomo senza nome osserva preoccupato il suo vicinato: il chirurgo Dariusz, il biologo molecolare Karsten, l’architetto polacco Dorota – dialoghi e incontri, riflessioni profonde e sguardi veloci sulla sua vita e su quella degli altri. È così che nel suo terzo romanzo, tramite il protagonista, Nawrat cerca le risposte alle domande sull’essenza dell’uomo, della vita e della morte, delle perdite e dei nuovi arrivi: un libro sulla sopravvivenza, in tutta la sua forza e bellezza, nonostante ogni orrore.
Jaroslav Rudiš, Winterbergs letzte Reise (Luchterhand / Random)
Jan Kraus lavora in un hospice a Berlino. È nato nell’allora Cecoslovacchia, ma dal 1986 vive in Germania: come e perché ha dovuto lasciare la sua madrepatria è un mistero – e un trauma. Uno dei pazienti che sta accompagnando nella sua ultima traversata, Wenzel Winterberg, è nato nel 1918 a Liberec, ed è stato cacciato dalla Cecoslovacchia dopo la guerra come tutti i tedeschi dei Sudeti: i racconti di Jan sulla loro comune patria natìa gli ridonano energia vitale, e l’anziano signore lo convince ad accompagnarlo in un ultimo viaggio per ritrovare il suo amore perduto. Winterbergs letzte Reise è una sorta di road trip sentimentale e malinconico nella storia della Mitteleuropa, da Berlino a Sarajevo attraverso Reichenberg, Praga, Vienna e Budapest.
Feridun Zaimoglu, Die Geschichte der Frau (KiWi)
Un’avventura letteraria, un canto polifonico, un vero manifesto femminista – nel suo nuovo romanzo, Feridun Zaimoglu cerca di riscrivere la storia dell’umanità dal punto di vista delle donne. Dieci le protagoniste che prendono la parola, dieci donne che sono state obbligate a restare in silenzio, dall’antichità del mito fino ai nostri giorni. Ricco di forza, poetico, empatico e sovversivo, Die Geschichte der Frau è il luogo e il momento in cui finalmente queste donne possono parlare, anzi urlare.
Dei cinque nominati per la saggistica abbiamo selezionato per voi:
Lothar Müller, Freuds Dinge. Der Diwan, die Apollokerzen & die Seele im technischen Zeitalter (Die Andere Bibliothek)
La psicoanalisi freudiana, si sa, è un processo archeologico che scava per riportare alla luce frammenti dal passato nascosto. Tale procedimento è applicabile al subconscio, ma Lothar Müller ha pensato di sfruttare questa ricerca anche per ricostruire un inventario degli oggetti che hanno caratterizzato la quotidianità dei pazienti di Freud a cavallo tra XIX e XX secolo, dall’ombrello alla macchina da scrivere, dalle candele Apollo a giocattoli meccanizzati. Ed è così che gli scritti di Freud si possono leggere non solo come rivelazione di ciò che è stato a lungo represso e come decodificazione del subconscio, ma anche come storia dell’interazione tra il mondo degli oggetti e la vita interiore, in un momento storico caratterizzato da cambiamenti epocali.
Kia Vahland, Leonardo da Vinci und die Frauen. Eine Künstlerbiographie (Insel Verlag)
Leonardo da Vinci, con le sue invenzioni meccaniche e gli studi di anatomia, è stato indubbiamente il più grande innovatore della storia. Ciò che gli stava più a cuore di tutto era forse la pittura, che infatti rese medium principale della sua epoca. Soggetto preferito furono le donne e le dipinse come il mondo ancora non le conosceva: con personalità complesse, autodeterminate e sicure di sé. Dalla celeberrima Gioconda alla Dama con l’ermellino, Leonardo mostra una sensibilità particolare verso l’universo femminile, attorno al quale si evolvono anche le sue idee sulla natura, sulla creazione e sull’arte. Con dipinti e documenti alla mano, in questa nuova biografia di Leonardo a 500 anni dalla sua morte, Kia Vahland spiega come il suo genio riuscì a rompere convenzioni e aprire nuovi sguardi su natura e arte, uomini e donne, scienza, religione e politica.